Pensieri ed emozioni

La notte oscura

E’ tardi per mettersi a scrivere, ma non c’è nulla di più forte del potere della scrittura, che ti ossessiona e non ti fa dormire finché non ti arrendi a lei. Non importa che ore sono, devi scrivere a costo di rimanere sveglio tutta la notte perché, se non lo fai, sei ugualmente condannato a una notte insonne.
Di notti così me ne sono capitate molte. San Giovanni della croce la chiama “notte oscura”, quella in cui non si riesce a dormire perché l’anima, infiammata di ansie d’amore, ti spinge a uscire fuori, a vagare in cerca di qualcosa che forse neppure tu conosci. Ed è proprio in questa notte che si incontra Dio.
Pregare e scrivere sono due azioni che spesso per me coincidono: non so pregare senza una penna in mano e, ogni qual volta comincio a mettere nero su bianco, finisco per pregare anche se inizialmente non ne avevo l’intenzione.
Stanotte la mia anima è in pena, vaga là fuori e urla: “Vi scongiuro figlie di Gerusalemme, se incontrate il mio diletto ditegli che muoio d’amore”. Ma il mio diletto non c’è, con la mia reticenza e i miei scrupoli l’ho fatto scappare. Mi chiamava ma non gli ho risposto. E quando finalmente, sconvolta da un fremito, ho aperto la porta lui non c’era, già se n’era andato. E così sono uscita, infiammata d’amore, il cerca del mio diletto. L’ho cercato ma non l’ho trovato, l’ho chiamato ma non mi ha risposto. Ho incontrato le guardie, mi hanno percossa, mi hanno ferita e umiliata.
“Io vi scongiuro figlie di Gerusalemme, se trovate il mio diletto cosa gli racconterete? Che sono malata d’amore!”

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