Attualità, Crescita personale

Volontariato in Messico: la mia esperienza on the road

Mi avevano detto che in questo viaggio avrei visto cose mai viste prima, che avrei amato il Messico e la sua gente e che loro avrebbero voluto bene a me. È successo esattamente così.

Il Chiapas, con le sue zone montuose, le sue città che sembrano venire direttamente da un’altra epoca, le sue strade strette e tortuose, la sua ricchezza storica e archeologica, non smette mai di sorprenderti, proprio come i volti accoglienti delle persone che lo abitano.

Con la Ripartiamo APS di cui sono volontaria, abbiamo donato alimenti e beni di prima necessità ai bambini e ragazzi di un orfanotrofio e di una famiglia. Ma, siccome anche la mente e lo spirito hanno bisogno di essere nutriti, abbiamo regalato loro anche dei libri.

Oh, la loro felicità nel riceverli! Ce li hanno letteralmente strappati dalle mani come se fossero la cosa più bella e preziosa che potessero ricevere. E allora ho capito che non stavamo donando oggetti ma regalando sogni. Costruendo futuro.

Ci siamo immersi nella vita quotidiana delle popolazioni indigene, siamo stati accolti in casa e, da lontano e in silenzio, abbiamo osservato i rituali antichi che si svolgono nella chiesa di San Juan Bautista a Chamula, dove quotidianamente vengono sacrificate galline per chiedere guarigioni o malefici. Un luogo incredibile, dove i santi cattolici convivono con le vecchie credenze, dove i riti si confondono dando vita a ciò che viene chiamato sincretismo religioso.

Poche ore di volo ed eravano a Città del Messico per donare ancora e ricevere il centuplo. In una casa famiglia abbiamo conosciuto ragazze che venivano da situazioni di degrado, violenza, abbandono. Ci hanno raccontato delle sofferenze patite ma soprattutto ci hanno parlato di sogni, speranze, futuro. Della sete di riscatto per loro stesse e per tutte le donne che nel paese subiscono violenza fisica, psicologica ed economica.

Infine, è stata la volta di Tepito, uno dei quartieri più poveri della capitale, e di Padre Benito. Sacerdote cattolico, nella sua Parroquia de la Cruz y Soledad, ogni giorno dà rifugio a centinaia di migranti, offrendo loro un luogo sicuro, pasti caldi e coperte per la notte. Lo abbiamo aiutato con il servizio mensa, abbiamo ascoltato la sua testimonianza e quella della collaboratrice Rosa, mossa esclusivamente da una fede incrollabile e dalla gratitudine delle persone che aiuta.

Negli occhi e nei volti di ogni adulto, di ogni bambino, di ogni ragazza, ho visto quanto è stato buono il Signore con me. E allora non posso che ringraziare chi ha reso possibile questa esperienza, permettendomi di sperimentare ancora una volta quanto siano vere le parole di Gesù, che ci insegna che “c’è più gioia nel dare che nel ricevere”.

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