Sudoku, il rompicapo che appassiona. Non solo una questione di logica, ma una vera e propria mania di massa in grado di catturare milioni di persone in tutto il mondo. Nell’affascinate trappola del rompicapo giapponese è finito anche l’atripaldese Martino Nacca, insegnante di matematica in pensione, che ha preso parte alla prima edizione dei campionati italiani e ai mondiali Sudoku, svoltisi a Lucca nel marzo del 2006. Come tutte le più grandi passioni, anche questa è nata per caso.
«Nel 2005 sono comparsi i primi Sudoku sulle riviste enigmistiche e sui giornali – racconta il professore Nacca – Mentre ero in vacanza, per passare il tempo sulla spiaggia, ho iniziato a completare le griglie. Era solo un gioco ma poi, spulciando su internet, ho scoperto che esisteva anche una federazione e che pochi mesi dopo ci sarebbero stati i campionati. Mi sono iscritto».
La prima edizione del campionato italiano di Sudoku si è svolta a Lucca il 4 marzo 2006. Vi hanno preso parte 66 persone, che si sono sfidate in una gara di tre prove più la finale. I migliori sei classificati sono stati ammessi nella nazionale italiana, che una settimana dopo ha affrontato la World Sudoku Championship, tenutasi sempre nel capoluogo toscano. Anch’esso alla prima edizione, il mondiale ha visto la partecipazione di 85 concorrenti, in rappresentanza di ventidue nazioni. Tra i migliori giocatori di Sudoku al mondo c’era anche Martino Nacca. Un’esperienza unica per il 65enne irpino, che è tornato da Lucca arricchito dal punto di vista umano, benché i risultati non siano stati proprio quelli auspicati alla vigilia.
«Mi sono trovato catapultato in un mondo nuovo, che non conoscevo. Mi sono stupito della numerosissima affluenza, non credevo questo gioco appassionasse così tante persone nel mondo. Noi italiani siamo partiti svantaggiati rispetto ai concorrenti delle altre di nazioni perché ci sono state proposte varianti che in Italia non erano ancora conosciute quindi, prima di poterci dedicare a risolvere i rompicapi, abbiamo sprecato minuti preziosi per capire come funzionassero». Armato di matita, pazienza e astuzia, il professore Nacca si è preso comunque la sua piccola rivincita: «Sono arrivato primo in una delle otto prove di qualificazione. Questo non è bastato a farmi accedere alla finale perché passava chi aveva totalizzato i punteggi più alti in tutte le gare, ma in ogni caso sono mollo soddisfatto».
II motivo ò presto detto: «Secondo studi effettuati da esperti – spiega l’atripaldese – l’età in cui la mente umana è più flessibile ed elastica e riesce a dare i risultati migliori nei giochi enigmistici è compresa tra i 16 e 32 anni. Trovarsi con 63enne in nazionale ha fatto scalpore».
Nonostante il 73esimo posto nella graduatoria finale, il mondiale di Nacca è stato un autentico successo: «Ho trovato un modo intelligente di impiegare il tempo libero e ho avuto l’occasione di confrontarmi con altri appassionati di Sudoku. L’evento, inoltre, ha avuto una risonanza planetaria. Mi trovavo in una Stanza piena ili giornalisti, fotografi e telecamere, ho rilasciato numerose interviste per quotidiani nazionali e locali e ricevuto i complimenti dalla famiglia e dai miei studenti».
Martino Nacca ha insegnato matematica fino a dieci anni fa, quando ha scelto il prepensionamento come forma di protesta silenziosa verso il mondo della scuola che stava cambiando in un modo che a lui non piaceva: «Sia i ragazzi a cui facevo lezione privata – racconta – che i miei ex alunni mi telefonavano per complimentasi con me e tutto ciò mi riempie ancora d’orgoglio».
Può sembrare che il Sudoku abbia molto in comune con la ma tematica ma il professore mette in guardia dal commettere tale errore. Il Sudoku, infatti, è un rompicapo apparentemente semplice, eppure richiede numerose strategie. Nonostante i numeri, la matematica non c’entra, né si devono fare operazioni di alcun genere. Al posto dei numeri potrebbero esserci lettere o simboli, ma coi numeri funziona meglio. Si risolve con la logica e il pensiero laterale ed é un efficace strumento per ampliare la mente, renderla aperta e flessibile ed allenarla al ragionamento. «Il Sudoku, molto più che gli altri giochi enigmistici – dichiara il professore Nacca – ti spinge a ragionare e a cercare sempre soluzioni nuove, che non appaiono a prima vista e non sono mai scontate. È’ un supporto prezioso per stimolare la capacità logico-razionali della mente umana, soprattutto in età pre-adolescenziale e giovanile».
Dopo aver partecipato ai cam¬pionati italiani e mondiali, il traguardo del professore è un altro: portare il Sudoku nelle scuole della provincia. «E’ un’idea che coltivo da tempo – spiega – Ho già parlato con diversi presidi qui ad Avellino. Il progetto sarebbe organizzare dei corsi scuola per scuola, concentrandosi soprattutto sui ragazzi delle medie. E’ un modo originale di abituarne i giovani al ragionamento ma ù anche un modo per far conoscere questo gioco e tutte le sue varianti, sperando che in irpina possa nascere il futuro campione del mondo».
La scorsa settimana ho appreso della morte del prof. Nacca, avvenuta ormai un anno fa, e per ricordarlo ho deciso di proporre questa intervista realizzata da me per Buongiorno Irpinia del 7 novembre 2008.