Chi dice che Barcellona è la Napoli spagnola non si sbaglia. Molte sono le caratteristiche che accomunano le due città tanto che, per chi viene dall’Italia, sentirsi a casa è facilissimo. Ci si accorge di trovarsi in un Paese straniero solo per le scritte in un’altra lingua (che, badate bene, non è lo spagnolo bensì il catalano) e per l’architettura urbana: viali ampi e alberati, palazzi storici ben tenuti, strade curate. Le strade della città, soprattutto in prossimità della celebre Rambla, sono un mix di colori, idiomi e culture in cui l’Italia la fa da padrona.
Il nostro weekend comincia presto, il giovedì mattina siamo già operativi e pronti ad andare alla scoperta di Barcellona. Iniziamo dalla collina di Montjuic, dalla cui sommità di gode una vista mozzafiato sull’intera città e sul porto. Lo sguardo si perde all’orizzonte, dove il cielo e il mare si accarezzano. Visitiamo il castello e la sera non ci lasciamo sfuggire il suggestivo spettacolo della Fontana Magica, durante il quale colori e suoni si fondono dando vita a un crescendo di emozioni.
A piedi o in metro, ci spostiamo facilmente nel cuore di Barcellona. Prossima tappa, la frizzante Rambla, con il chiassoso vociare dei turisti e dei numerosi venditori che propongono souvenir e articoli da regalo per tutti i gusti. Passando per Plaza de Catalunya, ci spostiamo su Paseo de Gracia, dove ci imbattiamo nella celebre Casa Battlò, la dimora di Antoni Gaudì che, con la sua facciata irregolare e colorata, dona un tocco di vivacità alla zona.
Il secondo giorno ci concediamo una pausa dall’arte e ci dedichiamo al calcio. Il tour al Camp Nou è un’autentica emozione anche per chi, come me, non ama la squadra blaugrana. Il museo è ricco delle coppe e dei trofei conquistati negli anni dal team e dai calciatori ma il cuore batte veramente calcando il terreno di gioco e sedendo in tribuna stampa, dove i successi vengono raccontati e scritti.
Dopo la pausa pranzo proseguiamo in direzione Sagrada Familia, forse il monumento più rappresentativo e celebre della città catalana. Imponente e maestoso all’esterno, delude un po’ all’interno, soprattutto alla luce del costo elevato del biglietto. Il tour religioso prosegue con quello che, a mio parere, è un autentico gioiello: la basilica di Santa Maria del Mar, divenuta famosa grazie al romanzo di Ildefonso Falcones “La cattedrale del mare”. Suggestiva anche la Cattedrale, a pochi passi da quest’ultima. Inutile dire che lo stile gotico domina l’intera città e i suoi monumenti.
Il terzo giorno ci rilassiamo in mezzo alla natura, passeggiando per le viuzze e i sentieri di Parc Guell. La parte monumentale, opera di Gaudì, è colorata e vivace e richiama i colori del mare che si scorge in lontananza, in netto contrasto con il verde del parco. Anche da qui il panorama è incantevole e una leggera brezza rinfresca l’aria già calda a inizio maggio. Tra gli alberi si aprono diversi punti per il ristoro e aree picnic, in cui è possibile godersi un pasto circondati dalla natura.
L’atmosfera cambia nettamente quando ci spostiamo alla Barceloneta, il quartiere più vivace di Barcellona, ritrovo dei giovani di tutto il mondo. Passeggiamo dalla metro fino alla spiaggia, già affollata di bagnanti in topless che si godono la bella giornata di sole. Non resistiamo alla tentazione di bagnarci i piedi nell’acqua ancora ghiacciata e di stenderci sulla sabbia dorata e grezza.
Siamo quasi alla fine della vacanza e, per chiudere in bellezza, ci concediamo una paella con mariscos y pescado in uno degli innumerevoli ristorantini che affollano la zona. Ma in questi giorni non è mancato un assaggio al famoso jamon iberico, ai churros con cioccolata o ai variopinti frullati del Mercado de la Boqueria, sulla Rambla. Colori, suoni, sapori: tutto è così nuovo eppure così familiare. È la voglia di vivere, di scoprire, di tornare a emozionarsi.
Mi chiedete se Barcellona è così pericolosa come dicono? Né più né meno di altre città superaffollate di turisti. Ci sono furti e borseggi, è vero, ma accade anche a Roma o a Milano. Basta solo prestare attenzione. Ti offrono la droga per strada? Sì, mi è capitato anche questo. Le notti sulla Rambla sono affollate di pusher ma anche in questo caso basta dire di no.
Il mondo non è sempre irto di percoli e di gente che vuole farci del male, è un universo variegato in cui il rischio convive con la bellezza, bisogna solo essere bravi a destreggiarsi e a prendere da ogni esperienza il meglio, ciò che ci arricchisce, ci fa crescere e diventare persone migliori, con meno pregiudizi e più pezzi di mondo nel nostro bagaglio.