Religione e fede

La fortezza incrollabile

Le beatitudini dicono: “Tu puoi essere felice. Tu lo puoi, tutti lo possono”. Dappertutto si sentono voci che dicono: “Accontentati, d’altronde non si può avere tutto. Sii soddisfatto di quello che hai: lascia stare certi sogni”. E, invece, le beatitudini dicono: “Punta in alto, osa, vola ad alta quota perché per questo sei fatto. Questo è ciò che Dio vuole per te e questa è la tua unica felicità. Non hai nemmeno idea di cosa puoi vivere! Non hai nemmeno idea di come puoi sentirti pieno! Non hai nemmeno idea di quanto grande sia il tuo cuore: c’è davvero spazio per un sacco di volti; di quanto tu possa amare, di quale profondità tu possa avere nei rapporti; di quanti sentimenti tu possa sentire, percepire e vivere; di quanti sentimenti tu possa contenere – e non ti travolgeranno!-. Non hai nemmeno idea di quanto ti possa sentire ricco (anche se hai ben poco) e ricolmo di vita. Non hai nemmeno idea di quanto possa essere bello, meraviglioso e immenso vivere. Non hai nemmeno idea di che forza hai dentro e di quale coraggio disponi”. E il fatto che molte persone si mettano a ridere di fronte a tutto questo dimostra quanto infelici siamo. Le beatitudini ci insegnano a vivere in maniera felice, profonda, con le radici radicate, anche quando le situazioni sono difficili, crude o dolorose, in modo da non fuggire. E dicono: “Vivile e non ti sottrarre perché anche ciò che tu tendi a rifiutare ha un senso; vivile perché tutto è per te e devi imparare qualcosa da tutto ciò che ti succede; vivile e non ti far spaventare perché Dio c’è sempre e non ti abbandona mai. Vivile e vedrai che è così!”.
1. Puoi essere quello che sei.
La cultura dice: “Puoi vivere solo se ti adatti e non disturbi”. Dio dice: “Ti ho creato così, va bene così. Non adattarti a morire; non adattarti a certe situazioni che ti alienano, che ti fanno male; non farti andare bene quello che non ti può andare bene solo per la paura del contrasto; non metterti mai un vestito che non è tuo o vivere una vita che non è tua”.
Sii te stesso perché essere qualcos’altro è l’unico fallimento dell’esistenza. Vivi la tua vita perché viverne un’altra non ti potrà mai far felice.
2. Puoi vivere anche se non hai successo.
La società dice: “No, puoi vivere solo se hai profitto, successo o se sei bravo”. Dio dice: “A me non devi dimostrare niente”. Dio non ti ama perché fai tanto. Dio ti ama perché sei tu. E tutto quello che fai non ti fa più bello o gradito ai suoi occhi. Le beatitudini dicono: “Dio non te lo devi conquistare. E’ già tuo”. “L’amore non te lo devi comprare; hai già il Suo”. E che pace, che distensione è sapere che c’è un amore sicuro al di là di ogni cosa!
3. Puoi esprimere ciò che senti.
La cultura dice. “No, non esprimere i tuoi sentimenti e soprattutto alcuni nascondili”. Dio dice: “Ciò che senti è tuo, ti appartiene, sei tu. Non mentirti, ma accogliti, accetta ciò che vive in te”. La nostra dignità (siamo figli di Dio e della Vita) rimane intatta qualunque cosa abbiamo fatto. Allora non mi devo nascondere più nulla perché Lui è Accoglienza, perché Lui non prova vergogna delle mie “vergogne”, perché Lui ama anche ciò che io non riesco ad amare. E se non c’è più niente da nascondersi ai suoi occhi allora si è davvero liberi e liberati.
4. La povertà è la nostra unica e reale condizione.
La prima beatitudine le racchiude tutte. Il ptochos (povero) è colui che è vuoto, rannicchiato, mendicante, bisognoso. Il peccato, allora, per Gesù è bastare a se stessi, credere di essere a posto, di non aver più bisogno di imparare nulla, di sapere più o meno tutto, di non aver bisogno degli altri e di Dio. Povero qui significa distaccato, nel senso di chi vive dentro a tutte le cose, totalmente immerso, ma senza aggrapparsi ad esse. La povertà, l’essere nulla (diverso dall’essere niente) è la vocazione dell’uomo. La realtà è che io non possiedo nulla. Essere umani è vivere questa verità. Questo è il grande segreto della vita: chi non ha niente ha tutto. Chi non si attacca a nulla può vivere tutto. Sono grato di ciò che vivo e se le cose un giorno cambieranno le affronterò con la pienezza di oggi, che diverrà la forza di domani.
La prima beatitudine dice la grande verità della vita: Dio è tutto, il resto è niente. Dove ti appoggi? Su cosa puoi davvero con-fidare? Sulle cose: passano tutte e si usurano. Sulla gloria? Rimane forse un nome ma tu non ci sei più. Sulle persone? Non ti salvano. Qual è l’unica cosa che tiene? Qual è l’unica cosa dove ci si può appoggiare, agganciare, per non cadere nel vuoto?
Nel nostro essere niente c’è il Tutto. Nel nostro essere poveri c’è la Ricchezza. E più io mi spoglio e smetto di con-fidare in me e più posso ri-mettermi nelle mani di Dio ed essere al sicuro.
Quando non avrai più nulla, allora avrai il Tutto. E quando sarai spoglio di ogni cosa, allora sarai vestito d’eternità. E quando tutto morirà, allora sarà la Vita. E quando tutto cadrà, allora sarà l’inizio. E quando sarai an-nienta-to, sarai tutto.

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