Religione e fede

Domenica delle Palme: inizia il cammino che conduce alla Resurrezione

imagesLa Settimana che inizia con la Domenica delle Palme viene chiamata Santa perché in essa si celebrano i grandi Misteri della nostra Redenzione: da quella Settimana l’umanità intera ha ricominciato – e può oggi ricominciare – a vivere secondo la vera ragione del suo essere ed esistere, ossia come figli di Dio. Con la Sua Passione e Resurrezione Gesù, Figlio di Dio, ci ha resi nuovamente creature capaci di Paradiso, se accogliamo e viviamo la Sua Vita in noi.
La Chiesa ci fa entrare nella Settimana Santa cominciando con un’acclamazione a Cristo come vincitore e come re. È il Vangelo dell’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, secondo la versione di Matteo. Si tratta di una scena attraverso la quale Gesù è presentato nelle vesti di un Re. Israele aspettava un Re-Messia, un discendente di Davide che avrebbe regnato con la forza e la saggezza di Dio. Un Re-Messia che avrebbe instaurato il regno di Dio, realizzando le promesse fatte ad Abramo. Un Re-Messia, che con la forza di Dio non avrebbe tardato a riportare la terra promessa sotto il dominio del Signore.
Ma la regalità di Gesù ha caratteristiche tutte sue, proprio per questo egli è il Re dei re e il Signore dei signori. Il racconto della passione, morte e sepoltura e il testo di Paolo ai Filippesi ci rendono partecipi di queste caratteristiche. Non vi è possibilità di ambiguità: il nome di Gesù è “al di sopra di ogni nome” perché egli ha umiliato “se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce”.
Per questa via, quella della docilità al Padre spinta fino all’annullamento di sé, Cristo regna sulla vita e sulla morte e il regno di Dio è instaurato su questa terra. Chi accoglie il dono che è Gesù nella propria vita può essere certo che anch’egli condividerà la stessa regalità.
Segue il racconto della passione di Gesù, che sarà oggetto non solo e non principalmente della nostra compassione e del nostro cordoglio, bensì anzitutto della nostra gioia, della gioia per la sua vittoria di Signore, di re che regna dalla croce.
La liturgia non conosce la malinconia. Non si tratta di lamentarci per il fatto che gli uomini sono stati cattivi e hanno trattato male Gesù. Noi celebriamo la sua passione come vittoria, perché lui ha vinto la morte e la paura della morte. Lungo tutta questa settimana, la Chiesa rivivrà il mistero della passione e risurrezione di Cristo come mistero di vittoria e di salvezza per l’uomo. In questa domenica delle palme contempliamo Gesù che entra deliberatamente e coraggiosamente nella città che sta tramando contro di lui. Nel giovedì santo contempleremo Gesù nel cenacolo, che presenta il pane e il vino come segno della sua decisione di dare la vita per noi.
Nel venerdì santo staremo con Maria e l’apostolo Giovanni sotto la croce, per sperimentare l’amore salvifico di Gesti fino all’ultima goccia di sangue.
Nel sabato santo contempleremo il sepolcro dove Gesù si è lasciato rinchiudere per sigillare il suo amore per noi oltre i limiti dell’esistenza umana.
Nella notte di Pasqua risentiremo il grido dell’alleluia, grido che è già nascosto e implicito in tutti i canti di questa settimana perché nella vita, morte e risurrezione di Cristo ci è dato di vivere con lui in eterno.
È dunque la settimana della vittoria della croce che noi incominciamo a celebrare oggi, sostando in questo inizio su quell’anticipo della vittoria di Cristo che è l’ingresso in Gerusalemme.

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