Dio è venuto nel mondo per amarci, per accoglierci, per starci vicino, per farci vedere come potremmo vivere, con quale estensione del nostro cuore, con quale dilatazione della nostra anima, con quale vibrazione e intensità per la nostra vita. Gesù apre orizzonti nuovi e impensati. Gesù è davvero affascinante, attraente, perché ti presenta un modo di vivere estremo, meraviglioso, da “mozzarti il fiato”, intenso. Gesù è per anime grandi. Gesù non si concilia con chi ama il quieto vivere, il tran-tran quotidiano. Perché Gesù ti coinvolge, ti sconvolge. Come l’amore: ti prende tutto, ti possiede, ti afferra. Gesù è il fuoco: o si brucia o non lo conosci. Gesù è come l’acqua: o ti immergi o non la conosci. Gesù è come la vita: o la vivi o sei sul bordo della strada. A Nicodemo dirà: “Se tu vuoi capire chi sono io, lascia stare la tua Legge, le tue regole, le tue norme, la tua morale. Devi rinascere. Devi far morire un mondo di illusione, di falsità, di apparenza, di vuoto, di buone maniere, di Paesi dei Balocchi e riaprire gli occhi sulla realtà”.
Gesù ha guardato in faccia tutte le sue paure: la morte, il fallimento, la fine, la croce, aver sbagliato tutto. E bisognava che affrontasse tutto questo, bisognava che andasse fino in fondo nella sua vita, costi quel che costi, anche salendo sulla croce per vivere Lui e per dimostrare a tutti noi che Dio non abbandona; che di Dio ti puoi fidare; che di Dio non c’è motivo di aver paura; che l’amore di Dio è più forte di tutte le morti. Guarda in faccia tutto ciò che temi! Ma sappi che nel fondo del buio c’è la luce. Nel fondo dell’angoscia c’è la vita. Nel fondo della morte c’è la resurrezione. Nel fondo della paura c’è la fiducia. E se tu ti puoi fidare di andare fino in fondo e di vedere la tragedia della vita e della tua stessa vita, ebbene, proprio lì, troverai il senso e la bellezza della vita stessa. E, trovato questo, tu non sarai mai più come prima. Non sarai mai più lo stesso.
Questo vuol dire credere. Credere è quando io ho trovato nel bel mezzo del buio la Luce; nel bel mezzo della morte la Vita; nel bel mezzo della disperazione la Forza. È quando io non mi sono sottratto alla vita e alle sue questioni, ma ci sono passato dentro, in mezzo, le ho affrontate, mi sono fidato di Dio. E questa discesa mi ha cambiato, mi ha fatto rinascere, mi ha fatto nuovo, mi ha cambiato vita. Perché guardare ciò che temiamo fa nascere una nuova visione della realtà.
Se noi potessimo smettere di voler tutto “razionalizzare”, di cercare risposte convincenti, di trovare un filo conduttore per ogni cosa, di pensare e ripensare, di discutere, di concettualizzare tutto, di stabilire sempre cosa è bene e cosa è male, e potessimo, invece, dar spazio al nostro bisogno d’amore, alla ricchezza d’emozioni che vivono nel nostro cuore, senza reprimere, senza eliminare, senza paura di affrontare la dipendenza, la rabbia, ma guardandole in faccia; e se potessimo usare con loro tenerezza, comprensione e misericordia, allora potremmo iniziare a sentirci degni di vivere.
Se noi potessimo smettere di raccontarci bugie dicendoci “che i soldi fanno felici” (lo sappiamo che non è così, ma li rincorriamo!), che “senza soldi non si fa niente”; se potessimo smettere di invidiare gli altri e di cercare di raggiungere traguardi, mete e obiettivi spendendo tutte le nostre forze solo su quello, per dimostrare poi chissà cosa e chissà a chi, e potessimo, invece, guardarci negli occhi e dirci che invidiamo gli altri perché in realtà svalorizziamo noi stessi, perché non ci piacciamo, perché riteniamo di essere niente, insignificanti, allora potremmo iniziare a prenderci sul serio e a percepire che siamo figli di Dio. Come possiamo essere qui per caso se Lui ci ha creati? Allora potremmo iniziare a percepire che ai suoi occhi noi siamo grandi e potremmo iniziare a vederci così anche noi.
Se noi potessimo smettere di inseguire ideali di vita distruttivi: la barca, il buon nome, la laurea, lo stage per manager, la carriera, il successo, l’immagine fisica e sentirci “nessuno” perché non possiamo vivere così e potessimo, invece, guardarci negli occhi e guardare la nostra anima senza dir niente; o potessimo prenderci la mano l’uno dell’altro e dirci le nostre paure, i nostri bisogni, i nostri desideri e tutto il nostro amore; o potessimo guardare i volti delle persone e vederne la misteriosa bellezza che si cela dietro; o guardare il cielo e sentirlo “dentro” di noi; o vedere gli uccelli e sentirci liberi come loro nella nostra anima; o vedere il sole e viverlo nel nostro cuore; o potessimo anche solo far silenzio e sentire che c’è qualcosa che ci accomuna e che ci rende fratelli, allora noi potremmo sentire, vivere e percepire il meraviglioso, inebriante e stupendo fremito che si chiama vita.
E non avremmo più bisogno di riempirci di tutte le formule religiose, di dire che noi siamo battezzati e che crediamo; e non avremmo più bisogno di convincerci che Dio esiste, sperando che ci sia, dubitando e facendoci mille problemi, ma sarebbe chiaro tutto e tutto avrebbe senso. E noi stessi ci sentiremmo parte di questo significato e parte di questa danzadal nome Vita. Chi vive così crede.
Dio ci ama da morire (Gesù!). Dio non ci giudica, Dio vorrebbe che vivessimo davvero, non che vegetassimo tirando avanti. Se gli credessimo, se potessimo guardare a Lui, se potessimo, dopo aver provato tutto, fidarci di Lui e abbandonarci tra le sue mani, allora potremmo sentire la verità delle sue parole: "Dio ha mandato nel mondo suo Figlio Gesù, perché tu abbia la vita vera". E se tu gli credi sarai salvo”.