Interviste

La favola di Mario Marolda, l’avvocato schiacciatore

Quando ha un pò di tempo ama concedersi una rilassante passeggiata in riva al mare. Purtroppo succede molto raramente perché, tra la sua professione di avvocato e quella di giocatore di pallavolo, a Mario Marolda di tempo ne rimane davvero poco. Ad Avellino da dieci anni, lo schiacciatore è considerato la bandiera della squadra verdeblu, un esempio per i colleghi più anziani e una guida per quelli più giovani. “E’ qualcosa che fa piacere – ammette Mario – essere considerato un punto di riferimento è un onore, ma anche una responsabilità enorme. Quando tutti si aspettano che tu sia sempre il migliore, non puoi sbagliare, non puoi deluderli. Indubbiamente, questo mi carica e mi dà gli stimoli giusti per fare sempre meglio, fuori e dentro al campo”. Nel 1995 il debutto in serie B2 con Battipaglia, la squadra della sua città, dove è rimasto per due stagioni. Dopo una parentesi con il Caffè Motta Salerno in A2, Marolda ha sposato il progetto della Pallavolo Avellino, da dove milita ormai dal ’99. Con i verdeblu, lo schiacciatore ha disputato un campionato di B2 e sette di B1 fino all’avventura della serie A2, conquistando due promozioni sul campo. In seguito all’ultima retrocessione, però, il giocatore si è trasferito ad Isernia. Nessuna frattura con la società irpina, né voglia di cambiare aria, la decisione di Marolda è stata dettata solo da una sana ambizione. “Dopo tanti anni di carriera, qualunque atleta sogna di giocare a grandi livelli. Mi è stata offerta l’opportunità di rimanere in serie A e l’ho colta al volo ma purtroppo, per problemi lavorativi, ho dovuto lasciare il club molisano”. Ad ottobre il ritorno ad Avellino, impegnato nella lotta per la salvezza in B1: “Ho trovato tutto come avevo lasciato. Mi è dispiaciuto scendere di categoria ma non mi è pesato perché Avellino è la mia società”. Con la casacca verdeblù, Marolda ha vissuto le più grandi emozioni e le più cocenti delusioni della sua carriera ma, assicura, non tornerebbe mai indietro: “I periodi difficili sono stati tanti. Sicuramente lo è quello attuale, vista la posizione in classifica. Il momento che ricorderò con maggiore piacere è quello della promozione in serie A. Ci siamo impegnati tanto per raggiungere questo traguardo, abbiamo lottato ai playoff e finalmente abbiamo coronato un sogno”. Sogno svanito, però, in una sola stagione. Adesso, per età ed esperienza, Mario Marolda è uno dei punti fermi della Pallavolo Avellino, una sorta di “chioccia” per i tanti giovani che giocano con lui. “Con loro ho un ottimo rapporto – confessa lo schiacciatore – Anzi in questo sono fortunato perché, in tutta la mia carriera, non ho mai avuto problemi con i compagni di squadra. Ora che sto anche allenando sento maggiormente il ruolo di guida. Non è un compito facile ma il gruppo mi segue e tutto diventa più semplice, i ragazzi mi aiutano molto in questo”. Attualmente, a sei partite dal termine del campionato, la formazione verdeblu si trova al quartultimo posto in classifica e lotta per evitare la retrocessione: “Sono convito che ce la faremo. Il cammino è lungo e, se continuiamo a giocare con grinta e determinazione, possiamo salvarci. Vincendo la prossima partita, siamo già a buon punto”. Nonostante sia continuamente impegnato con allenamenti e partite, Mario continua ad abitare a Battipaglia e rivela: “L’Irpinia è bellissima non posso vivere senza il mare. Prima di comprare la nuova casa, ho visto sia qui che ad Avellino ma poi non ce l’ho fatta a lasciare la mia città, ho bisogno di avere il mare vicino. Per me è qualcosa di vitale e non volevo separarmene”. Il mare fa pensare a calde giornate estive, alla voglia di vacanza e di relax. Ma Mario non si riposa neanche in spiaggia: “L’anno scorso ho partecipato ai mondiali di beach volley con la nazionale italiana. Questo tipo di sport è molto diverso dalla pallavolo tradizionale, e non solo per questioni tecniche. In un certo senso non è più uno sport di squadra ma diventa individuale, esaltando le qualità dei singoli. Il giocatore diventa protagonista, sia nel bene che nel male, e ciò regala emozioni diverse rispetto al parquet”. Marolda ha iniziato a giocare da professionista all’età di 19 anni nel Battipaglia, dove è cresciuto. “Ho iniziato ad appassionarmi alla pallavolo per caso quando avevo 13 anni. Ho cominciato a giocare con pochi amici e dopo meno di un mese siamo entrati nel settore giovanile della squadra della mia città. Allora stava in serie A1 ed era una piazza molto ambita, l’ambiente ideale per far maturare ed esordire i ragazzi”. Mentre cresceva come giocatore di pallavolo, Marolda ha continuato a studiare. Prima il diploma, poi la laurea in giurisprudenza che lo ha portato, oggi, a svolgere la professione di avvocato. La sua è davvero una vita frenetica, divisa tra lo studio e il tribunale ma, una volta smessi i panni di libero professionista, veste quelli di libero della Pallavolo Avellino. “Vista da fuori la mia vita sembra molto stressante ma se c’è la volontà si riesce a fare tutto. Certo, faccio mille sacrifici, sono sempre di corsa, devo rinunciare alle uscite serali per finire il lavoro ma tutto questo non mi pesa. Sia fare l’avvocato che giocare a pallavolo sono le mie passioni e le svolgo entrambe con piacere”. Dopo il lavoro e gli allenamenti, di tempo da dedicare alla sua bella moglie ne rimane davvero poco: “Lei è serena – confessa Mario – siamo stati insieme tanti anni prima di sposarci. Ha capito e accettato il mio modo di vedere la vita, quando può mi segue e quando non ci riesce non ne fa un dramma. E poi, dopotutto, me la sono scelta proprio perché è così. Se non avesse condiviso il mio stile di vita, non sarei mai riuscito a starci insieme. In tutti questi anni non si è mai lamentata, anzi è la mia prima sostenitrice”.

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