Immergere la testa in acqua e lasciarsi scivolare. Libero, leggero, come trasportato da una forza sovrannaturale che ti spinge ad andare sempre più forte fino a raggiungere il tuo limite, il punto in cui la mente si annulla nel corpo e non esiste che l’acqua. “Quando nuoto vado in un’altra dimensione. Il mondo reale non c’è più, ci siamo soltanto io e l’acqua”.
Carmine Rozza, ex nazionale italiano, descrive così l’affascinante esperienza del nuoto. Dopo tante ore passate a macinare chilometri, nessuno conosce la piscina meglio di lui e sa che l’acqua, oltre ad essere una potente alleata per il successo, finisce con il diventare una preziosa confidente, che richiede le cure e le attenzioni dovute ad una fidanzata. “Per tanti anni ho fatto parte della nazionale di nuoto italiana – prosegue il 23enne di Mugnano del Cardinale – un’esperienza fondamentale per la mia crescita come atleta e come uomo. Entrare in contatto con tanta gente mi ha aiutato ad aprirmi, ad essere più socievole e schietto mentre prima tendevo ad essere più riservato. Timido non lo sono mai stato ma non sempre esprimevo ciò che pensavo o sentivo, ora invece lo faccio con naturalezza. Inoltre, la nazionale mi ha dato l’opportunità di viaggiare in Italia e in Europa e di scoprire culture e stili di vita diversi dal mio”.
Con la nazionale azzurra, Carmine ha gareggiato sia in piscina sulle brevi distanze che in mare come fondista, disputando svariate competizioni a livello continentale e vincendo il titolo di campione europeo a squadre, oltre che diversi titoli italiani in prove individuali. Attualmente il giovane atleta irpino è tesserato con il Country Sport di Avellino ed è membro del Circolo Canottieri Napoli, con cui partecipa alle gare di triathlon.
“Il successo che più mi ha emozionato l’ottenuto proprio con il triathlon, perché è stata una vittoria combattuta e inaspettata. Quella volta, nella specialità bike avevo perso parecchie posizioni rispetto al gruppo di testa e quando la vittoria sembrava ormai lontana, sono riuscito a recuperare lo svantaggio e a conquistare il primo posto. In genere sono una persona fredda, razionale, ma in quell’occasione mi sono veramente commosso. Ho lottato tanto per raggiungere quel traguardo e, quando ormai non me l’aspettavo più, ci sono riuscito. Ricordo con piacere anche la prima volta che sono salito sul gradino più alto del podio, è una sensazione che non si dimentica. Tutto ciò che ho vinto lo devo a me stesso ma anche alla mia famiglia e alla mia squadra, che è sempre venuta incontro alle mie esigenze offrendomi la possibilità di allenarmi anche da solo”.
Purtroppo, gli impegni hanno portato Carmine Rozza lontano dal nuoto professionistico. “Ho lasciato la nazionale nel 2006, quando ho iniziato l’università. Non potevo dedicarmi a tempo pieno ad entrambe le cose e sono stato costretto a fare una scelta. Ho scelto di studiare ed ora frequento la facoltà di economia presso l’università di Salerno e tra qualche mese dovrei anche laurearmi”. Il nuoto, però, rimane sempre il grande amore dell’atleta di Mugnano.
“Ora faccio sport solo per passione. Quando stavo nella nazionale mi allenavo dalle cinque alle sei ore ogni giorno: due ore in vasca la mattina e due il pomeriggio, più la palestra per rafforzare la struttura muscolare. Allora non mi costava alcun sacrificio perché andavo a scuola ma crescendo le esigenze sono cambiate e ho dovuto allenate i ritmi. Continuo ad allenarmi quasi ogni giorno ma senza la pressione di prima. Faccio circa 25 chilometri a settimana e continuo a gareggiare con buoni risultati, sponsorizzato dalla Diadora”.
Se non avesse abbandonato il professionismo, Carmine sarebbe diventato un grande nuotatore e il suo nome sarebbe stato conosciuto non solo in Italia ma in tutto il mondo. Eppure, guardandosi indietro, non prova alcun rammarico per la scelta fatta.
“Non mi sono mai pentito. Certo, sono consapevole che avrei potuto raggiungere traguardi molto ambiziosi, tante persone me lo dicono. Tuttavia, mi sono tolto delle belle soddisfazioni e ora voglio andare oltre, conservando sempre la mia passione per il nuoto”.
Passione nata quando Carmine aveva 13 anni e allora iniziava a dare le prime gambate. “Quando mi sono iscritto in piscina, nel 98 – racconta – ho scoperto che nuotare mi piaceva e che mi veniva tutto facile. Subito apprendevo le tecniche dei vari stili e riuscivo a raggiungere il massimo risultato con il minimo sforzo. Così, ho iniziato a disputare gare con la preagonistica e successivamente con l’agonistica, prima sulle brevi distanze fino a diventare un fondista. Fortunatamente la mia famiglia mi ha sempre appoggiato e incoraggiato ma, anche in caso contrario, sarei andato per la mia strada. Sono una testa dura e mi prendo la responsabilità delle mie decisioni”.
Tre gli idoli di Carmine, i nuotatori che ammira e a cui si ispira. “Il primo è Massimiliano Rosolino che, nonostante l’età, riesce a competere ai massimi livelli ottenendo ancora medaglie preziose. L’altro è Michael Phelps, non solo perché a scritto la storia del nuoto ma perché lo sento molto simile a me come atleta. Come me è un delfinista, ma capace di eccellere anche nelle altre specialità, mi rispecchio molto in lui. Il terzo, più che un idolo è un amico, Luca Marin. Lo conosco da anni e, oltre che il nuotatore, ammiro l’uomo. E’ molto umile e disponibile, davvero una bella persona”.
Per il momento la vita di Carmine Rozza è lontana dall’acqua. “Una volta laureato mi piacerebbe andare all’estero per affinare le mie competenze professionali e fare esperienze lavorative per poi tornare in Italia”.