Ciao, mi chiamo Luna. Già, Luna. I miei genitori non avrebbero potuto darmi nome più azzeccato. In genere sono una persona allegra e socievole, mi piace stare in compagnia, ridere e divertirmi ma basta un nonnulla per farmi cambiare umore. Un litigio in famiglia, una piccola delusione, o semplicemente le calze che si smagliano e divento subito nera. Davvero intrattabile. In quei momenti, guai a chi si trova sulla mia strada. Non esiterei ad investirlo.
Oggi vi racconto la storia del mio uomo perfetto, che un bel giorno si è stancato dei miei continui sbalzi d’umore e ha preso il largo. Eh già, che volete farci, ho la curiosa abilità di rovinare sempre tutto, anche la perfezione. E il mio uomo sì che era perfetto. In gergo, si definirebbe principe azzurro. Era bello il mio principe azzurro, con lunghi capelli dorati e un sorriso in grado di rischiarare anche la notte più tenebrosa. Aveva un animo gentile e puro, era paziente e pronto a soddisfare ogni mio desiderio. Anzi, mi leggeva nella mente e mi dava tutto prima che io glielo chiedessi.
Mi chiamava Sara, perché diceva che ero la sua piccola principessa, con boccoli biondi proprio come la piccola Shirley Temple. Solo che i proverbi non sbagliano mai. Ogni riccio è un capriccio, e io di capricci ne avevo proprio tanti. Quando non ero allegra e spensierata, quando non mi andava di ridere, diventavo lunatica e disprezzavo tutto ciò che avevo. Anche il mio principe azzurro, che in quei momenti mi correva incontro, mi abbracciava teneramente e mi rassicurava. Tra le sue braccia ero protetta, felice. Oh se mi amava! Mi avrebbe regalato il mondo, se avesse potuto.
Il fatto è, che lui il mondo me l’ha davvero regalato, solo che io non l’ho capito e ho continuato a fare i capricci. Ero sempre inquieta e insoddisfatta, volevo di più e ancora di più. E piangevo quando non potevo averlo.
Un bel giorno, il mio uomo perfetto non ne ha potuto più dei miei continui lamenti, della mia ingratitudine e dei capricci, e ha deciso di portare ai suoi doni a chi li meritasse veramente. A chi avrebbe saputo apprezzarli.
All’improvviso mi sono ritrovata sola, e soltanto in quel momento ho capito quanto avevo perso, perché possedevo davvero tanto. Avevo il suo amore, e ora non ho più nulla. Se potessi tornare indietro, gli ripeterei ogni istante quanto è preziosa la sua presenza, gli ricorderei che lo amo infinitamente e farei di tutto per renderlo felice.
Invece, adesso, mi accontento di sedermi la sera sul mio balcone e guardare la luna, solitaria in mezzo a miriadi di stelle. Provo compassione per la sua sorte, che è anche la mia. La differenza è che lei è condannata a non avere nessuno, io avevo tutto e l’ho gettato via.