La vicenda di Salvatore Alaia, che ha tenuto tutti con il fiato sospeso, si è conclusa positivamente. Il sindaco di Sperone, nel pomeriggio di ieri, ha deciso di sospendere lo sciopero della fame e della sete e di tornare a casa. Da più parti erano giunti appelli affinché Alaia, ormai provato dai tanti giorni di digiuno, interrompesse la sua protesta ma il sindaco non ha mollato finché non è arrivata l’ufficialità del vertice sui tagli alla sanità in Irpinia, che si terrà il prossimo 14 gennaio alla presenza del presidente della Regione Campania Stefano Caldoro.
Una piccola vittoria per Alaia, che ha trascorso circa due settimane all’addiaccio su un marciapiede di via 24 Maggio a Roma, nei pressi del Quirinale. Adesso che l’incontro è stato ottenuto, il sindaco di Sperone si fa da parte e lascia il testimone agli amministratori dell’Alta Irpinia e al presidente della Provincia Cosimo Sibilia, a cui è affidato il compito di salvare gli ospedali di Bisaccia e Sant’Angelo dei Lombardi dalla chiusura.
Alaia esce di scena, dunque, e lo fa ringraziando quanti lo hanno sostenuto nella sua battaglia. La verità, però, è che dobbiamo essere noi a ringraziare lui per la lotta che ha portato avanti da solo allo scopo di difendere la dignità dell’intero popolo irpino. Il sindaco di Sperone non ha lottato per se stesso, non ha sofferto la fame, la sete, il freddo per il proprio tornaconto personale. Ha messo a repentaglio la propria vita per cercare di salvare quella delle popolazioni dell’Alta Irpinia che, private dei loro ospedali, rischierebbero di non poter essere curati.
A Salvatore Alaia va il nostro grazie: per la vittoria ottenuta, per aver creduto fino in fondo nella causa per cui lottava, per aver sospeso la protesta prima di compromettere seriamente la propria salute.
A Salvatore Alaia va il mio personale ringraziamento per aver voluto condividere con me un momento della sua battaglia. Due ore prima della sospensione della protesta, il sindaco mi ha telefonato per ringraziarmi dell’articolo che gli avevo dedicato, ma sono stata io a ringraziare lui, commossa ed emozionata. Abbiamo parlato un po’ e allora ho veramente compreso la profondità del sacrificio di Alaia che, dopo giorni passati al freddo, senza mangiare e senza bere, era diventato debole, stanco e faceva persino fatica a parlare.
Al sindaco di Sperone va anche un augurio, anzi due: che possa rimettersi presto in salute e che la nuova battaglia, che si combatterà venerdì prossimo, si concluda con esito positivo.
Al termine dell’articolo voglio lasciare a voi, italiani, una riflessione: com’è mai possibile che in un Paese che si proclama democratico, per essere ascoltati bisogna arrivare a compiere gesti così estremi? Com’è possibile che i nostri politici rimangano sordi e insensibili alle nostre richieste, a meno che non arriviamo ad annullarci?
Alaia ci ha dato una grande dimostrazione di coraggio, e ci mostra l’unica via di uscita che ci è rimasta
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