Viaggio di nozze e Teheran non è una storia d’amore, non nel senso occidentale del termine. In una nazione teocratica qual è l’Iran, l’amore non è mai un fatto intimo, privato, ma finisce sempre per scontrarsi con le contraddizioni di una società che vive in bilico tra tradizione e modernità, tra fondamentalismo e innovazione. E’ in questo contesto così complesso che si svolgono le vicende della protagonista e autrice del romanzo, Azadeh Moaveni.
Azadeh è iraniana ma è cresciuta in California, dove ha studiato e successivamente intrapreso la carriera giornalistica. E’ un’esperta di Medio Oriente, ed è una delle poche corrispondenti americane a collaborare in maniera continuativa dal 1999 con l’Iran. Scrive sui diritti delle donne, le culture giovanili e le riforme islamiche per Time, The New York Times e The Washington Post.
Alla vigilia delle elezioni di Mahmoud Ahmadinejad, il «Time» la invia come corrispondente nella capitale iraniana per monitorare l’andamento del voto. L’arrivo a Teheran è sconvolgente. Azadeh subisce immediatamente l’impatto con uno stile di vita e una cultura che lei non conosce e non ricorda.
Ma l’aria di casa non tarda a travolgerla con il suo carico di vecchi sapori, antiche abitudini che riprendono vita, visi familiari ritrovati dopo lungo tempo. Si rimette in contatto con l’amica Nasrine, giornalista anche lei, e comincia a respirare l’atmosfera locale.
L’Iran si svela così ai suoi occhi di donna e giornalista: un incontro di tradizioni e di culture, nel quale convivono etnie diverse e orientamenti politici e religiosi opposti.
Accanto ai fondamentalisti ora al potere fioriscono ceti medi dinamici e colti, e la vita sociale è percorsa da contraddizioni e infinite contaminazioni tra modernità e tradizione.
È nel mezzo di questo mondo che Azadeh apre il suo cuore e frequentando parenti e amici incontra Arash, giovane e brillante ingegnere deciso a portare la tecnologia open source, democratica e aperta, nella sua patria. Bastano poche parole e l’amore li travolge.
Ma anche Arash ha vissuto a lungo in Occidente, e i due fanno fatica a conformarsi alle consuetudini iraniane riguardo alla sessualità e alla vita di coppia. Pur non essendo sposati, decidono di andare a vivere insieme, e quando Azadeh rimane incinta, i due capiscono che non possono più sfidare la clemenza del regime.
Frequentano quindi un corso prematrimoniale e si sposano. Azadeh dà alla luce Hourmazd e si dedica con tutte le sue forze al nuovo ruolo di madre ma presto si rende conto che crescere un figlio in Iran è quanto mai impossibile e alla coppia non rimane altra scelta: trasferirsi a Londra, dove la coppia risiede tuttora.
Un romanzo che narra una storia vera con l’occhio attento e fedele della giornalista e il talento e la sensibilità della scrittrice matura. Ma soprattutto, con il cuore di una donna che avverte dentro di sé la nostalgia del suo Paese e il desiderio di costruire la sua vita e la sua famiglia partendo dalla riscoperta delle proprie radici, anche a costo di sacrificare la libertà e l’indipendenza di cui gode in Occidente.
Complimenti Piera!
Mi è venuta voglia di acquistare il libro…
continua così…;)
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Grazie!. Comunque il libro è veramente interessante perché, oltre a raccontare una storia d’amore, offre uno spaccato inedito sull’Iran. Io ho avuto modo di scoprire un Paese che non conoscevo se non attraverso i pregiudizi occidentali ma ho scoperto che l’Iran, per storia e cultura, è molto diverso da come lo immaginavo.
Se lo leggi, fammi sapere il tuo parere. Ciao!
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Mi sembra una storia interessante.Un libro basato su una esperienza personale che ci riporta a degli aspetti che nell’Iran di oggi sembrano spariti.Si parla delle ricchezze di un regime teocratico reazionario ed opprimente,del rischio di una nuova guerra.In questo contesto descrivere una storia di amore è quasi liberatorio, si parla per una volta dei sentimenti di questa popolazione da decenni oppressa proprio perchè ha il torto di avere delle risorse naturali contese tra le grandi potenze. Un libro da comprare certamente.
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