C’era una volta una ragazza che aveva tanti sogni, qualcosa per cui vivere e lottare. Faceva progetti, immaginava come sarebbe stata la sua vita, e faceva scelte per cercare di costruirla esattamente così. Quella ragazza aveva tanta fiducia in Dio e confidava che lui avrebbe realizzato tutto per il suo bene.
Oggi quella ragazza non ha più niente. Le parole pronunciate in una calda mattina d’estate, “Dio ti toglierà tutto”, le appaiono adesso come una profezia. Dio non le ha tolto le cose materiali né l’affetto, anzi le ha donato una sovrabbondanza d’amore. Ma ha perso tutto il resto. Non ha più nulla da sognare, nulla da immaginare, niente da costruire. Anche la sua fede vacilla, in un continuo atto di ribellione contro quella che è diventata la sua vita.
Si sente vuota, sterile. Ha perso la capacità di sognare, di desiderare, e tutto le appare così vuoto e senza senso. Vorrebbe alzarsi una mattina e scoprire di avere di nuovo qualcosa in cui credere, un progetto da portare avanti. Invece si siede la sera davanti allo specchio e vede il nulla. Il suo cuore è incapace di amare, di emozionarsi, di stupirsi, di sognare.
E pensa che forse Dio l’ha messa nel deserto perché ha tutto ma non ha capito niente. Nel suo cuore c’è una lista che non dovrebbe esistere: il bisogno di sentirsi amata, di essere stimata e apprezzata, di un lavoro gratificante, di una bella vacanza… ma quando hai Dio capisci che solo lui basta e il mondo non ha nulla da offrirti.
Forse la ragazza triste poserà stasera la testa sul cuscino e ripercorrerà come in un film tutta la sua vita, e domani mattina riscoprirà chi è veramente. Cosa vuole dalla vita. Forse riacquisterà anche la capacità di sognare e potrà aprirsi al mondo con uno sguardo rinnovato, lo sguardo pieno di fede di chi sa di essere la figlia amata, l’opera maestra della grazia. E allora tornerà a guardarsi allo specchio e, provata nel fuoco come l’oro e l’argento, vedrà l’immagine di Dio riflessa dentro di sé e saprà di essere forte come una colonna di marmo. Come la quercia che profuma l’ascia che la sta colpendo.