Immerso nella rigogliosa valle del Sabato, a Santa Lucia di Serino, sorge il Monastero di Santa Maria del sanità che da quasi quattro secoli ospita le suore di clausura dell’ordine di santa Chiara. Due anni fa si sono celebrati i quattrocento anni dalla sua fondazione. A sinistra dell’ampio androne d’ingresso, è situato il parlatorio, con una ruota e la grata per consentire la comunicazione con l’esterno. È qui che le suore ci ricevono. La madre badessa, suor Maria Amalia, ci lascia immediatamente, è impegnata con i preparativi per la professione solenne di una consorella. È suor Maria Emanuela a parlare con noi. Il suo volto esprime la gioia di “colei che ha trovato la pace”, come recita il Cantico dei Cantici. Da 28 anni in clausura, è una donna come tante che ha fatto una scelta straordinaria, lasciare tutto per seguire Cristo e dare la vita per lui nella preghiera e nel silenzio. Una scelta che scandalizza il mondo moderno, immerso nei piaceri della carne e costantemente alla ricerca di un senso che non è possibile trovare se non in Dio.
La clausura non è dunque un annientamento si se stesse ma al contrario una condizione per la pienezza della vita, apertura alla santità, comunione con il mondo. La vita delle suore di clausura è molto più che contemplazione, è azione concreta che segna il corso della storia. La loro giornata è scandita dalle ore di preghiera. Si comincia all’una di notte quando le religiose interrompono il sonno per recitare l’Ufficio delle letture.
Molti sono i lavori manuali che svolgono durante la giornata, sempre insieme secondo la regola della fondatrice dell’ordine, Santa Chiara d’Assisi. Si dedicano alla coltura della terra, alla pittura e al ricamo, preparano dolci prelibati di cui nessuno conosce la ricetta.
In diverse situazioni le suore accettano di esporre i loro lavori. In occasione delle feste e delle manifestazioni organizzate in paese, i loro ricami rappresentano una delle attrattive principali. Molti cittadini, affascinati dallo stile di vita delle clarisse ne ammirano le opere come se queste potessero svelargli il mistero di una vita trascorsa dietro una grata, in un’apparente prigione entro cui hanno trovato la piena libertà.
Con il passare degli anni e i cambiamenti intercorsi nella società, hanno adeguato le loro attività alle esigenze dell’uomo moderno. Sempre a disposizione di chiunque bussi alla loro porta, sono pronte ad ascoltare e consigliare, ad aiutare concretamente e con la preghiera quanti a loro si rivolgono.
Il modo migliore per terminare questo viaggio alla scoperta della vita e delle attività del monastero delle clarisse sta nel sorriso confidente si suor Maria Emanuela e nelle parole che Santa Chiara scrisse a sant’Agnese di Praga: “La potenza di Dio è più forte di ogni altra, più larga è la sua generosità; la sua bellezza è più seducente, il suo amore più dolce ed ogni suo favore più fine”.
La clausura non è dunque un annientamento si se stesse ma al contrario una condizione per la pienezza della vita, apertura alla santità, comunione con il mondo. La vita delle suore di clausura è molto più che contemplazione, è azione concreta che segna il corso della storia. La loro giornata è scandita dalle ore di preghiera. Si comincia all’una di notte quando le religiose interrompono il sonno per recitare l’Ufficio delle letture.
Molti sono i lavori manuali che svolgono durante la giornata, sempre insieme secondo la regola della fondatrice dell’ordine, Santa Chiara d’Assisi. Si dedicano alla coltura della terra, alla pittura e al ricamo, preparano dolci prelibati di cui nessuno conosce la ricetta.
In diverse situazioni le suore accettano di esporre i loro lavori. In occasione delle feste e delle manifestazioni organizzate in paese, i loro ricami rappresentano una delle attrattive principali. Molti cittadini, affascinati dallo stile di vita delle clarisse ne ammirano le opere come se queste potessero svelargli il mistero di una vita trascorsa dietro una grata, in un’apparente prigione entro cui hanno trovato la piena libertà.
Con il passare degli anni e i cambiamenti intercorsi nella società, hanno adeguato le loro attività alle esigenze dell’uomo moderno. Sempre a disposizione di chiunque bussi alla loro porta, sono pronte ad ascoltare e consigliare, ad aiutare concretamente e con la preghiera quanti a loro si rivolgono.
Il modo migliore per terminare questo viaggio alla scoperta della vita e delle attività del monastero delle clarisse sta nel sorriso confidente si suor Maria Emanuela e nelle parole che Santa Chiara scrisse a sant’Agnese di Praga: “La potenza di Dio è più forte di ogni altra, più larga è la sua generosità; la sua bellezza è più seducente, il suo amore più dolce ed ogni suo favore più fine”.